Le Protagoniste

DICONO DI NOI

UE: LELLA GOLFO, FAR RIPARTIRE ITER LEGGE QUOTE GENERE

dicembre 15, 2015

Presidente Fondazione Bellisario, parlamentari Ue si impegnino
(ANSA) – ROMA, 14 DIC – “Le parlamentari europee devono impegnarsi seriamente affinché la proposta di direttiva sulla parità di genere nei board europei, presentata dall’ex Commissaria Viviane Reding, non cada nel nulla. Nel 2013 la sua approvazione da parte del Parlamento europeo è stata un passo importante, una grande vittoria, e non possiamo ritornare indietro. Per questo faccio appello alle parlamentari europee, all’opinione pubblica di tutti gli Stati europei e al Consiglio perché la proposta sulle quote di genere torni al centro dell’agenda politica europea”. Lo dichiara Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario e prima firmataria della Legge 120 che ha introdotto le quote di genere nei CdA delle società quotate e controllate dalle Pubbliche Amministrazioni nel nostro Paese.
“In Italia le quote hanno dimostrato di funzionare. Secondo la Consob, – continua Golfo – nelle società quotate siamo arrivati al 27,4%, oltre i limiti imposti dalla norma per il primo mandato, con un aumento di donne nei Cda del 21,2%! Non dimentichiamoci che quando ho presentato la proposta di legge, nel Maggio 2009, le donne nei CdA erano 170 e gli uomini 2602! Oggi l’Italia non solo è sopra la media europea ma è, insieme alla Francia, il Paese più all’avanguardia e tutto questo grazie alla legge sulle quote! In Europa, la proposta di direttiva Reding si è arenata in Commissione per il disaccordo di alcuni Stati. Per questo, rivolgo alle parlamentari di tutti gli Stati europei l’invito a impegnarsi a rimettere in campo la battaglia sulle quote, fondamentale per lo sviluppo economico dell’Europa”.



QUOTE DI GENERE. ARRIVA LA FASE DUE

novembre 10, 2015

CORRIERE DELLA SERA
Intervista a Lella Golfo: “Alle Consigliere di Amministrazione chiediamo impegni concreti”.


“WOMEN IN BUSINESS”, INTERVISTA A LELLA GOLFO: “AGIRE SUBITO PER DARE OPPORTUNITÀ ALLE DONNE DEL SUD”

ottobre 16, 2015

Un serrato e appassionato confronto sugli strumenti e le opportunità per promuovere la leadership femminile nelle organizzazioni, nella politica, nel mondo del lavoro ha caratterizzato la conferenza internazionale di Benevento dal titolo “Women in business”, promossa ed organizzata da Rossella Del Prete, docente di Storia Economica dell’Università del Sannio in collaborazione con la Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari/Business Professional Women. Per tre giorni hanno dibattuto sul tema studiosi italiani e stranieri ( provenienti da Cuba, Norvegia, Belgio, Perù, Brasile, Lituania) e numerose personalità del mondo accademico, economico e politico. L’obiettivo: fare il punto sullo “stato dell’arte” della leadership femminile nell’imprenditoria e nell’economia dei paesi europei e internazionali. Competenze, consapevolezza, resilienza ed un pizzico di follia: le parole chiave della leadership femminile ma anche maggiore lavoro di squadra tra le donne e tra tutti gli stakeholder. Perché la differenza si fa solo con l’azione.“E’ stata una straordinaria opportunità di confronto – ha affermato Rossella Del Prete– in cui è emerso con forza la presa di coscienza che nasce dal desiderio di dare voce alle tante donne lavoratrici e che ci sprona ad organizzare ulteriori modi per mettere in rete le conoscenze personali. Non basta solo la formazione e l’acquisizione di competenze – continua la professoressa Del Prete – per affermarsi nel mondo del lavoro declinato al femminile, bisogna acquisire nuova consapevolezza cercando di fare massa critica di fronte alle opportunità che ci sono offerte”.

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immagine intervista

GOLFO: LA PROSSIMA SFIDA PER LE DONNE? LA RETE

ottobre 12, 2015

da Corriere Economia
Fare rete. Uomini e donne, Nord e Sud del mondo, governi e cittadini. Ma soprattutto donne con donne. “solo così possiamo vincere responsabilmente le sfide che la società ci sta ponendo”.
Leggi l’intervista
CORRIERE ECONOMIA 12-10


LA FORZA DELLE DONNE NEI CDA PER L’ITALIA CHE SVOLTA

ottobre 11, 2015

Apertura dei lavori di Lella Golfo, Presidente Fondazione Marisa Bellisario

Non vi nascondo la mia felicità ed emozione e vi ringrazio per la fiducia e per avermi seguito fin qui: la vostra presenza è la conferma che la nuova classe dirigente femminile c’è e vuole confrontarsi e impegnarsi per il futuro. Ed è anche una conferma dell’instancabile lavoro svolto in questi anni dalla Fondazione Marisa Bellisario.
Le tantissime donne entrate nei CdA e collegi sindacali rappresentano per me una rivincita personale e politica. Non siedo più in Parlamento ma quella rivoluzione per cui ho tanto lottato si è compiuta ed è andata oltre ogni aspettativa! A partire dai numeri. Secondo la Consob, nelle società quotate siamo arrivati al 27.4%, oltre i limiti imposti dalla norma per il primo mandato, con un aumento di donne nei Cda del 21,2%! Non dimentichiamoci che quando ho presentato la proposta di legge, nel Maggio 2009, le donne nei CdA erano 170 e gli uomini 2602! Mentre la Banca d’Italia aveva stimato che per raggiungere il 30% ci sarebbero voluti 50 anni! Oggi l’Italia non solo è sopra la media europea ma è, insieme alla Francia, il Paese più all’avanguardia: un vero miracolo per chi, come noi, è abituato a portare la maglia nera in Europa!

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DONNE: ALL’EXPO LA XVI EDIZIONE DI DONNA ECONOMIA & POTERE

ottobre 1, 2015

Il Seminario internazionale della Fondazione Marisa Bellisario il 2 e 3 Ottobre a Milano
In calendario il 2 ottobre presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo e il 3 Ottobre al Padiglione Italia dell’Expo, la XVI edizione di “Donna Economia & Poterededicato a “La Scienza delle donne per cambiare il Pianeta”.Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Seminario Internazionale della Fondazione Bellisario è in media partnership con la Rai.

“Donna Economia & Potere – dichiara la Presidente della Fondazione Marisa Bellisario, Lella Golfo – si conferma un laboratorio d’idee e progetti per il futuro. Nei Paesi poveri come in quelli sviluppati, il contributo attivo e propositivo delle donne è la vera scintilla di un cambiamento nella direzione del benessere e della sostenibilità. Per questo, nell’anno dell’Expo, abbiamo chiamato a raccolta le migliori menti femminili per cercare di affrontare insieme a più di 300 imprenditrici, manager e professioniste le mille e difficili sfide poste dalla globalità. È un bel confronto tra visioni e culture femminili e globali, una piattaforma di dialogo per delineare le strategie di crescita e sviluppo. Ancora una volta, il nostro Seminario si conferma un punto di riferimento costruttivo, inclusivo e vincente per il Paese”.

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CORRUZIONE: GOLFO (FONDAZIONE BELLISARIO), ANTIDOTO È PIÙ POTERE A DONNE

maggio 21, 2015

(AGI) – Roma, 21 mag. – “La presenza delle donne” nei posti di potere “dovrebbe essere di aiuto per tutti. La domanda di oggi è: le donne sono meno corrotte e corrompono meno degli uomini? Personalmente penso di sì. A parlare è la presidente della Fondazione Marisa Bellisario, Lella Golfo, in occasione del Convegno “La corruzione non è femmina” in corso a Roma che ha presentato un’indagine sul tema. “Vi anticipo un solo dato: il 64.9% degli intervistati pensa che dare più potere alle donne potrebbe migliorare lo stato della corruzione. Alla stessa conclusione – commenta Lella Golfo – arrivano le ricerche della Banca Mondiale, secondo le quali le donne sono più affidabili e meno inclini alla pratica corruttiva. Che significa tutto questo? Che siamo migliori degli uomini? Che siamo più pure o immuni dalle tentazioni? Non lo credo e sarebbe una discriminazione al contrario. Non abbiamo il potere e ci mancano le occasioni per essere corrotte? Non è vero neanche questo e la vicenda di Mafia Capitale lo dimostra. Al di là delle generalizzazioni, esistono peculiarità femminili che ci rendono meno inclini alla corruzione. Le donne, per esempio, hanno più paura dei rischi e infrangere la legge è sempre un rischio. Le donne hanno un innato senso di responsabilità, sono orientate al sociale, inclusive, meno competitive, guardano meno all’interesse personale e più a quello collettivo. Le donne sono più affidabili, più prudenti e oculate nell’uso del denaro e nelle spese, essendo da sempre amministratori delegati delle loro famiglie. Le donne tendono ad avere una diversa concezione del potere: un’opportunità di fare, raccogliere consenso e raggiungere obiettivi piuttosto che una dimostrazione di forza, autorità o dominio. Tutto questo – afferma Lella Golfo – non significa che con le donne alla guida d’imprese, istituzioni o governi non avremmo più fenomeni di corruzione. Però sono convinta che una maggiore presenza di donne nei ruoli decisionali aiuterebbe a far prevalere comportamenti più etici, in moltissimi contesti. Il tempo ci darà una risposta. Intanto vale la pena provarci. Anche utilizzando strumenti come le quote. Nelle aziende hanno funzionato e 225 imprese quotate si sono adeguate. Le 596 donne che oggi siedono nei CdA grazie alla Legge Golfo-Mosca e i 381 Sindaci, renderanno quelle aziende più sane e trasparenti? Io credo di sì. Anche e solo perché il confronto d’idee e prospettive, di visioni e impostazioni porta a scelte più trasparenti”.
A confermare che “la corruzione non è femmina” anche la ricerca condotta per la Fondazione Bellisario da “Euromedia Research” e presentata da Alessandra Ghisleri. Il 64.9% degli intervistati (73,1% tra le donne), infatti, pensa che l’ascesa delle donne al potere potrebbe migliorare lo stato generale della corruzione mentre il 48% degli uomini (57,5% delle donne) dovendo scegliere a chi affidare la gestione dei fondi pubblici, a parità di competenze, sceglierebbe una donna. Dopo il saluto di benvenuto della Vice Presidente del Senato, Valeria Fedeli e l’introduzione della Presidente Lella Golfo, due sono state le tavole rotonde moderate dai giornalisti Rai Franco di Mare e Annalisa Bruchi. “Potere ed Etica Pubblica” e “Corruzione e Sviluppo Economico”. (AGI)


MA IL POTERE AL FEMMINILE E’ CONSIDERATO ONESTO E AFFIDABILE

maggio 21, 2015

Corriere della Sera – di Cesare Zapperi –
Più donne in posti di responsabilità uguale meno corruzione. L’equazione va dimostrata, ma nella percezione degli italiani è già un dato di fatto. «Dovendo scegliere a chi affidare la gestione dei fondi pubblici tra un uomo e una donna, a parità di competenze, chi sceglierebbe?». La domanda posta da EuromediaResearch di Alessandra Ghisleri nell’ambito di una ricerca condotta per conto della Fondazione Bellisario (521 interviste tra settembre 2014 e maggio 2015). Netta la risposta: il 48 per cento si affiderebbe a una donna e meno della metà (il 21,3 per cento) sceglierebbe un uomo. La quota sale fino al 57,5 per cento se si restringe il campo alle risposte dell’universo femminile.

Bisognerebbe tenerne conto e farne buon uso, insieme al disegno di legge anticorruzione ormai alle battute finali alla Camera e alle tante inchieste che cercano di mettere un argine al malaffare dilagante. La ricerca che viene presentata questa mattina nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma dalla presidente della Fondazione Bellisario Lella Golfo, alla presenza di illustri ospiti (tra i quali Raffaele Cantone), contiene un’altra risposta che rafforza questa percezione. Il 64 per cento degli intervistati ritiene che l’ascesa al potere delle donne potrebbe migliorare i livelli di onestà e correttezza (73 per cento tra le sole donne).

Il problema, ad oggi, è che ai vertici di società e istituzioni la presenza femminile continua a rimanere minoritaria. Anche se gli effetti della legge 120 del 2011 sulle quote nelle società quotate e partecipate, che porta la firma proprio di Golfo, ha fatto sì che 596 donne siedano nei consigli di amministrazione (e 381 sindaci).

«Esistono peculiarità femminili che ci rendono meno inclini alla corruzione — spiega Lella Golfo —. Siamo più affidabili, più prudenti e oculate nell’uso del denaro e nelle spese, essendo da sempre amministratori delegati delle loro famiglie».

Servirebbe una «rivoluzione culturale», magari ribaltando e aggiornando il famoso slogan con cui John Kennedy sconfisse Richard Nixon («compreresti un’auto usata da quest’uomo?»). E prendendo ad esempio donne come Gabriella Acerbi, «che nelle intercettazioni di Mafia Capitale veniva definita “poco disponibile”» osserva Lella Golfo che cita anche la figura di Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, oggi presente al convegno romano. «Bisogna puntare sulla leadership etica, portare avanti esempi virtuosi e mettere all’indice quelli vergognosi, sradicando il seme dell’impunità» conclude la presidente della Fondazione Bellisario.

Ma la ricerca di Alessandra Ghisleri, proprio nei giorni in cui stanno approdando al via libera definitivo le nuove norme anticorruzione, è utile anche perché restituisce la diffidenza degli italiani, e delle donne, in particolare, rispetto alle iniziative legislative. Per il 71 per cento degli intervistati (72,1 al femminile), il disegno di legge «è il solito annuncio che segue a uno scandalo». Una conferma che la strada rimane in salita


DONNE E CORRUZIONE. IL RICHIAMO DI BANCA D’ITALIA E IL CONVEGNO DELLA FONDAZIONE BELLLISARIO “LA CORRUZIONE NON E’ FEMMINA”

aprile 30, 2015

«Dovrebbero esserci più donne nei ruoli Decisionali, soprattutto nelle istituzioni pubbliche, perchè sono meno corruttibili rispetto agli uomini», ha sottolineato in una lectio magistralis all’Università Lumsa di Palermo il Direttore Generale di Banca d’Italia Salvatore Rossi. «Una maggior presenza femminile nei ruoli decisionali, in particolare pubblici, può avere effetti positivi sulla diffusione della corruzione: da indagini empiriche le donne risultano tendenzialmente meno soggette al rischio di corruzione».
Le indagini empiriche cui il DG fa riferimento erano state elaborate da Magda Bianco nel 2012 e presentate sulla rivista Arel con un’introduzione di Lella Golfo. E proprio la Fondazione Bellisario – che al ruolo delle donne nella criminalità e nella giustizia ha dedicato convegni e premi – promuove un’iniziativa dal titolo provocatorio: “La corruzione non è femmina”, il 21 Maggio alla Sala Zuccari di Palazzo Madama. Quasi 20 protagonisti della scena italiana e una ricerca di Alessandra Ghisleri per capire come se le donne sono il vero “antidoto” a un male in cui l’Italia primeggia in Europa e che vanifica ogni tentativo di ripresa.

MA


CARLY FIORINA, PROBABILE CANDIDATA ALLA CASA BIANCA, PREMIO INTERNAZIONALE MARISA BELLISARIO. CORREVA L’ANNO 2000

aprile 7, 2015

“Il grande leader è colui che crea un ambiente in cui tutti possono esprimere le proprie potenzialità senza soffocarle, perché tutti, uomini e donne, possono avere le buone idee che cambiano il mondo”, così la probabile sfidante repubblicana per la Casa Bianca nel 2000 ritirando il Premio Marisa Bellisario. “Sono orgogliosa di aver consegnato personalmente il Premio Internazionale a Carly Fiorina – dichiara Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario – allora amministratore delegato della Hewlett-Packard e la più potente donna nel mondo degli affari secondo Fortune. Ancora una volta si dimostra la lungimiranza di un riconoscimento che ben 15 fa ha premiato una donna che oggi si candida ad essere la prima Presidente degli Stati Uniti. Allora ho apprezzato non solo l’intelligenza e …ma l’umanità e sensibilità di una donna già ai vertici dell’economia mondiale. Allora con grande umiltà parlò di quanto Marisa Bellisario avesse guardato lontano, riconoscendo le potenzialità delle nuove tecnologie. Già allora tutti abbiamo riconosciuto in lei una grande leader, come Marisa Bellisario. A lei vanno i miei migliori auguri per una competizione elettorale che sarà serrata e difficile ma che speriamo possa restituirci una donna alla guida della prima potenza mondiale”.


DUE PRIORITÀ: PIÙ VERTICI AL FEMMINILE E PIÙ POSTI DI LAVORO NEL NOSTRO SUD

marzo 9, 2015

di Lella Golfo – Il Messaggero
“Perché l’8 Marzo non duri solo il giorno delle mimose”: è lo slogan di un manifesto del Partito Socialista del 19…Ancora valido. Certo da allora tanto è cambiato: prima di donne si parlava solo nel giorno della loro festa, oggi è un tema al centro del dibattito quotidiano. Anche e soprattutto per merito di organizzazioni, come la Fondazione Bellisario che da oltre 30 anni si batte perché il ruolo delle donne venga riconosciuto non a parole ma nei fatti e non solo un giorno su 365. Anche e soprattutto grazie a una legge a cui sono orgogliosa di aver dato il nome e che ha finalmente portato le donne nei luoghi dove le decisioni vengono prese. Oggi l’8 Marzo non è più il giorno delle recriminazioni o del vittimismo ma della riflessione su quanto – tanto – è stato fatto e su quanto resta da fare.
Io metto in cima alle priorità due obiettivi per me irrinunciabili: le leadership femminile in primo luogo perché, come ho sempre detto, è da lì che parte tutto, per le donne e per il Paese. Avere più donne ai vertici significa avere aziende che producono più e meglio e che prestano maggiore attenzione alle politiche di conciliazione, da cui dipende lo sviluppo sostenibile delle nostre società. Quest’anno per la prima volta abbiamo deciso di premiare le aziende virtuose, istituendo per la XXVII Edizione del Premio Bellisario la categoria “Azienda Women Friendly”, rivolta alle imprese che si siano particolarmente distinte nel campo della parità di genere, attuando concrete e innovative politiche e strategie per garantire a uomini e donne pari condizioni di lavoro, salario e carriere. Ebbene, in pochi giorni ci sono arrivate quasi 100 candidature di grandi e importanti aziende e io sono sicura che senza il dibattitto sulle quote di genere, senza l’ingresso di tante donne (oggi più del 23% contro meno del 6% del 2008) nei CdA non saremmo a questo punto. Così come non ci sarebbero non ci sarebbe stato un +18% di dirigenti dal 2008 ad oggi e non ci troveremmo a discutere di una misura come lo smart-working che potrebbe rivoluzionare l’organizzazione del lavoro come fin qui l’abbiamo concepita. La sensibilità e l’attenzione ai “nostri” problemi è aumentata e mi sembra sia sempre più condivisa, fatta proprio dall’opinione pubblica, dalla società civile: non è più un tabù da rispolverare il giorno della nostra festa!

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Mariella Enoc

IL PREMIO BELLISARIO MARIELLA ENOC ALLA GUIDA DELL’OSPEDALE VATICANO BAMBIN GESU’

febbraio 18, 2015

Il cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, “in base ai poteri conferitigli da Sua Santità Papa Francesco”, ha nominato una donna, Mariella Enoc, nuovo Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’ospedale Bambino Gesù, di proprietà della Santa Sede, “per il triennio 2015-2017”. Lo rende noto un comunicato pubblicato sul sito internet dello stesso nosocomio che sorge sul Gianicolo, precisando che la signora Enoc, alla quale sono attribuiti anche “i poteri di ordinaria amministrazione”, “assume immediatamente le sue funzioni”.
La nuova Presidente, Premio Marisa Bellisario nel 2012, prende il posto di Giuseppe Profiti, che era stato nominato all’epoca in cui il segretario di Stato vaticano era il cardinale Tarcisio Bertone. Alla guida dell’ospedale dal 2008, Profiti era stato inizialmente riconfermato dal cardinale Parolin. A gennaio aveva poi rassegnato le sue dimissioni. Nei giorni scorsi l’addio ai dipendenti del Bambino Gesù.
Mariella Enoc, nata a Novara nel 1944, studi in medicina, era già membro del CdA dell’ospedale della Santa Sede. Si è sempre occupata dell’amministrazione e della gestione di strutture sanitarie. Tra l’altro è stata presidente di Confindustria Piemonte, oltre che della casa di cura “I Cedri” di Fara Novarese e della Laetitia Spa, e procuratore speciale dell’ospedale “Cottolengo” di Torino, nonché Consigliere di Amministrazione di vari organismi (fondazione Housing Sociale e fondazione Filarete di Milano). E’, tra l’altro, vicepresidente della fondazione Cariplo.
Nel 2012 ha ricevuto la Mela d’Oro nella sezione Management “Per le grandi competenze e la capacità di gestione dimostrate in un ambito delicato come la sanità. E per la dedizione, lo spirito solidale, l’impegno associativo e l’incrollabile volontà di contribuire attivamente alla vita civile e alla valorizzazione del suo territorio”.


LA MIA RIFLESSIONE SU UNA DONNA AL QUIRINALE

gennaio 23, 2015

Lella Golfo, Presidente Fondazione Marisa Bellisario

Sono i giorni del toto-Quirinale, siamo alla stretta finale e come sempre le candidature femminili sono tante e di spessore ma di fatto non sono supportate da un forte movimento di opinione che le legittimi, anzi! Il timore è che anche questa si trasformi nell’ennesima “occasione perduta”, che alla fine ci farà sentire il solito ritornello: «la prossima volta toccherà a una donna». Lo ripetono dall’85, quando le prime candidate donne furono Tina Anselmi e Nilde Iotti e poi salì al Colle Francesco Cossiga. Sono passati 30 anni, e siamo ancora fermi allo stesso punto! La verità è che finora le candidature femminili sono state un omaggio al politicamente corretto e non una volontà politica reale. Nel frattempo, però, il mondo è cambiato. Anche in Italia, dapprima con la legge sulle quote di genere, poi con le nomine istituzionali (dai Ministeri ai vertici delle aziende pubbliche e d’istituzioni come Equitalia), fino a una donna nello spazio sono caduti tanti tabù. Lo hanno chiarito a più riprese anche Napolitano e Renzi: è il momento che una donna salga al Quirinale.

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DONNA AL QUIRINALE…RIFLESSIONI DI DONNE

gennaio 23, 2015

Tantissime le risposte all’appello di Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario. Pubblichiamo qualche estratto di alcune delle più significative

“La mia voce forse non conta molto e scrivo anche da molto lontano, dal Sud Africa, dove al momento mi sono ricollocata.
Fai bene a scrivere sui giornali, anzi dovreste tappezzare tutti i cartelloni delle varie città di Italia e creare circoli che possano sostenere donne di spessore e con leadership in parlamento.
Ci vorrebbe una donna a Capo dello Stato, una forte leader incorruttibile dalle parti politiche che vogliono solo inciuci e che riesca a spezzare il gioco del mettersi d’accordo a tavolino su come suddividere poltrone e voti, ma piuttosto che possa portare a tavolino gente che ha voglia di impegnarsi su progetti seri, che da idee possano far nascere programmi.
Amo il mio paese e, guardandolo di fuori con distacco, le cose che più di tutte voglio augurare sono:
– che i giornalisti iniziano a scrivere seriamente di economia, politica, cultura, raccontando verità in modo semplice;
-che non si parlasse più di diversità nel nostro paese, ma piuttosto di cose che abbiamo in comune, non solo tra noi stessi ma con tutti i popoli del mondo;
-che non si scrivesse più di donne che devono sfondare il tetto di cristallo, piuttosto di traguardi raggiunti e di unioni lavorative tra donne e uomini che funzionano e portano risultati;
-che non si parlasse più di come si possono assistere i disoccupati ma piuttosto di come rilanciare produzione e industrie nel nostro paese abbassando il costo del lavoro e della vita;
-che non si trovassero nuovi nomi per tasse, ma piuttosto si trovassero formule semplici che consentano ai cittadini di pagare le tasse come risultato di tutte le loro entrate meno tutto ciò che spendono per vivere una vita dignitosa senza strafare nel lusso di cose inutili;
….potrei continuare all’infinito…ma ciò che osservo dal di fuori del nostro Paese è che abbiamo il paese più bello del mondo…
il sogno di tutti i popoli del mondo è visitare almeno una volta nella vita l’Italia per la sua cultura, il suo cibo, la sua moda, l’eleganza delle sue donne, le sue cose uniche, la sua gente, il suo mare e le sue montagne, ….
per cui auguro veramente di cuore un 2015 di rinascita per il mio Paese con a capo una DONNA!!!!!!”
Patrizia

Una donna al Quirinale, si dice e si scrive oggi…e qualcuno azzarda: ora o mai più’. Sì, potrebbe essere una donna al Quirinale ora, ma non dobbiamo pensare: ora o mai più. Forse le nuove dinamiche della #svolta di Renzi non sono ancora così ben rodate per avvalersi oggi di una donna a Capo dello Stato, e sarebbe già un buon risultato se la politica fosse innanzitutto incline a scegliere un/una Presidente che abbia intuito la #svolta di Renzi, la sua portata di innovazione. Tra i nomi che corrono, quanti o quante sono a questo punto di apertura mentale e di traiettoria politica?
Dicono che debba essere, uomo o donna, autorevole, parlano di un profilo alto e non avvinto a qualche partito (ma chi non lo è o non lo è stato?), che deve piacere a Renzi e a Berlusconi…
Siamo incamminati sulla strada della innovazione, la chiamano politicamente “delle riforme”. Ma è anche qualcosa di più. Auguriamoci, quindi, che ci sia un profilo, di uomo o di donna, soprattutto orientato a questa: innovazione.
Laura