Le Protagoniste

DICONO DI NOI

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ARRIVERDERCI CARLA

luglio 10, 2017

Il 19 Giugno, una pioniera e ambasciatrice del Made in Italy nel mondo, una mecenate concreta e illuminata ci ha lasciate. Ma, a lasciarci, è stata soprattutto l’amica Carla, affettuosa e presente, sempre partecipe di ogni battaglia condotta a favore delle donne. Premio Marisa Bellisario nel 2000, da allora non c’è stato Convegno, evento, Premio, iniziativa della Fondazione Marisa Bellisario a cui Carla Fendi non abbia dato il suo viatico e l’incoraggiamento affettuoso ed energico. Per sedici anni ha voluto essere annoverata in tutti i Comitati d’Onore del Premio Bellisario e con la conferma – l’ultima datata il 4 maggio 2017 – arrivava sempre un augurio e uno sprone a continuare sulla strada intrapresa.
Sentiremo tutte le sua mancanza ma sappiamo che da lassù Carla continuerà a guardarci benevola e a incoraggiarci con la sua dolce fermezza.

Ho conosciuto Lella molti anni fa e subito ho apprezzato la sua volontà di fare. Un impegno costante nel ricordo e nel rispetto della indimenticabile Marisa e di tutte le donne che percorrono con determinazione la strada della vita e del lavoro.
È stato allora bello e premiante seguire insieme un cammino di crescita, non facile, ma sempre consapevole. Ricco di progetti e di tanti traguardi raggiunti, prima alla guida della Fondazione
e poi anche con la sua continua attività al governo. Sono certa che questa sua opera sarà una preziosa testimonianza della importante strada che abbiamo fatto insieme a lei e, mi piace dire, grazie a lei.

Carla Fendi, stilista


PREMIO SOCRATE: CONTRO LA RASSEGNAZIONE, PER IL MERITO

giugno 11, 2017

Milano, Premio Socrate 2017

Milano, Premio Socrate 2017

Un riconoscimento contro la rassegnazione e i favoritismi, per premiare il merito. È il Premio Socrate, ideato da Cesare Lanza e assegnato il 7 Giugno all’Unicredit Tower Hall di Milano a Lella Golfo. Con lei, tra i premiati, Maria Bianca Farina, Letizia Moratti, Urbano Cairo, Ernesto Pellegrini, imprenditore ed ex Presidente dell’Inter, Ernesto Mauri, AD del Gruppo Mondadori, Carlo Clavarino, dirigente Aon, Andrea Cornelli, CEO di Ketchum Italy.
Al centro, la meritocrazia come qualità indispensabile per la società italiana, a cui bisogna «tornare a dare importanza», ha detto Lanza introducendo la serata, «perché in Italia è stato superato ogni limite in questo periodo della storia non felice». Giornalista di lungo corso che di recente ha festeggiato 60 anni di professione, Lanza ha poi ha affidato l’introduzione della manifestazione a Ferruccio de Bortoli, suo allievo, che si è soffermato sul merito nell’informazione: «Discutiamo dei costi dell’informazione – ha argomentato De Bortoli – quando non è di grande qualità ma non ci soffermiamo sul danno della non informazione che ha un costo ben maggiore». Dopo di lui, sul palco tutti i premiati che hanno sottolineato l’importanza di rimettere il merito al centro delle scelte, in economia come in politica. «Per me la meritocrazia – ha detto Lella Golfo ritirando il Premio Socrate – è l’essenza delle pari opportunità: tra uomini e donne prima di tutto ma anche tra Sud e Nord, tra ricchi e poveri. Con la meritocrazia vincono intelligenza, talento, impegno e determinazione indipendentemente dal genere, dalla provenienza geografica o sociale. La meritocrazia è una cultura ed è la mia storia. La storia trentennale della Fondazione Marisa Bellisario e quella più recente della mia battaglia per quote di genere dimostrano che far vincere il merito è difficile e faticoso ma possibile, anche in Italia».

FOTO PREMIO SOCRATE – LOCANDINA


LA FONDAZIONE MARISA BELLISARIO E INTESA SANPAOLO INCONTRANO LE IMPRESE FINALISTE

maggio 4, 2017

Sì è conclusa la selezione delle imprese candidate al premio istituito da Fondazione Bellisario e Intesa Sanpaolo, che incoraggia l’attuazione di politiche
concrete e innovative nel campo della parità di genere
111 le aziende finaliste, scelte in tutta Italia tra le quasi 600 che si sono presentate: tutte riceveranno un riconoscimento nel corso di cinque eventi sul territorio, in cui saranno condivise le esperienze più virtuose. Oggi a Milano l’incontro con le prime 28
Le due imprese vincitrici, una piccola e una media, saranno proclamate il prossimo 16 giugno, durante la XXIX edizione del Premio Bellisario “Donne ad alta quota”

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LA FONDAZIONE BELLISARIO SCENDE IN CAMPO PER I TERREMOTATI

marzo 3, 2017

Sabato 4 Marzo l’inaugurazione degli arredi tecnologici per l’Istituto De Magistris di Caldarola, frutto della campagna di raccolta fondi
Dopo L’Aquila, la Fondazione Marisa Bellisario torna in campo per aiutare le popolazioni vittime del terremoto. E ancora una volta parte dai giovani, le vittime più inconsapevoli di una tragedia che rischia di deviare il corso del loro futuro.
“Rimanere in queste zone si può e si deve – dichiara Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario – ma perché avvenga c’è bisogno dell’aiuto di tutti. E noi siamo scese immediatamente in campo, lanciando tra le nostre associate una raccolta fondi. Sin da subito abbiamo pensato di destinarli a una scuola e abbiamo acquistato gli arredi super tecnologici per le aule dell’Istituto Comprensivo Simone De Magistris di Caldarola in provincia di Macerata”.

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FONDAZIONE BELLISARIO E CIFE DANNO SEGUITO A PROTOCOLLO D’INTESA FIRMATO A TUNISI

febbraio 8, 2017

Si rafforza la collaborazione tra la Fondazione Marisa Bellisario e l’associazione tunisina Consiglio Internazionale di Donne Imprenditrici (Cife) che domani sarà ricevuta dal Presidente Sergio Mattarella nel corso della visita di Stato in Italia guidata dal Presidente della Repubblica Tunisina Béji Caid Essebsi.
Dopo la convenzione di partenariato firmata a Tunisi nel corso della Conferenza internazionale per gli investimenti “Tunisia 2020”, le Presidenti delle due associazioni, Lella Golfo e Rachida Jebnoun – accompagnata dalla Presidente del Cife Italia Mariella Liverani – si sono incontrate oggi a Roma per parlare dei passi da compiere per dare seguito e concretezza al protocollo d’intesa.
“Domani – dichiara la Presidente della Fondazione Marisa Bellisario Lella Golfo – la Presidente Jebnoun, sarà ospite nella nostra sede nazionale per mettere a punto le linee guida di un programma di formazione. Sarà destinato alle donne ma soprattutto alle giovani tunisine, con l’obiettivo di renderle protagoniste del rilancio dell’economia della Tunisia. Nel frattempo, la Fondazione Marisa Bellisario sta elaborando – in collaborazione con la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri – un progetto che presenteremo a Tunisi nei prossimi mesi. L’accordo tra il Cife e la Fondazione è molto solido ma soprattutto vuole portare a risultati concreti per le donne imprenditrici di entrambi i Paesi. E ci riusciremo, non ho dubbi”.


ITALIA AI VERTICI EUROPEI PER DONNE NEI CDA. GLI ULTIMI DATI CONSOB

gennaio 30, 2017

Dal 5,6% del 2008 al 30% del 2016. Un’accelerazione inimmaginabile, resa possibile dalla a legge Golfo che nel 2012 ha introdotto le quote di genere nella composizione dei cda delle società quotate e partecipate. Una legge che ha proiettato l’Italia fra le best practice europee accanto a Finlandia, Francia e Svezia (la Norvegia viaggia attorno al 40%, quota prevista per legge). L’obiettivo della legge italiana, quindi, è stato praticamente raggiunto e sarà consolidato dal prossimo triennio di rinnovi. Ben inferiore è stato, invece, l’effetto avuto sulla scelta dei vertici aziendali: se da una parte il numero delle Presidenti a Piazza Affari è salito a 21 (3,1% contro il 2,5% del 2013), quello dei CEO è salito in termini assoluti (17 contro 13), ma sceso in percentuale dal 3,2% al 2,5%. Stesso discorso si può fare per i consiglieri: le donne sono la maggior parte degli indipendenti (68,6%), mentre la percentuale è esigua fra gli executive.
La fotografia emerge dagli ultimi dati Consob. Qual è l’identikit delle donne che siedono nei board? Innanzitutto sono aumentate in valore assoluto: 617 contro le 283 del 2012. Sono in media più giovani degli uomini (50,9 anni contro 58,9) e sono meno spesso legate alla famiglia azionista di maggioranza (13,1 contro il 16,9% degli uomini). Sono, inoltre, più spesso laureate (88,5 contro 84,5%) e più spesso hanno un’istruzione post-laurea (29,7 contro 16,7%). Come si diceva meno spesso sono manager (54,1 contro 76,5%) perché sono poche fra gli executive delle società di cui sono consigliere, mentre sono più spesso professioniste (33,2 contro 16,6%) e accademiche (12,2 contro 6,4%).
Due le questioni ancora aperte per il futuro: allo scadere della legge il cambiamento all’interno dei board avrà efficacia nel tempo? Ma soprattutto: quali strumenti si possono mettere in atto perché sia data l’opportunità di crescere (anche in termini di carriera) ai talenti femminili all’interno delle aziende e nelle loro professioni? Sono due temi all’ordine del giorno.


Creative blond businesswoman leading hes team in a friendly conversation about their next agency project

PREMIO “WOMEN VALUE COMPANY 2017 – INTESA SANPAOLO”

novembre 18, 2016

Da Fondazione Bellisario e Intesa Sanpaolo un riconoscimento speciale alle Imprese che si distinguono nel campo della parità di genere

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MARIA ELENA BOSCHI, L’INCONTRO PIU’ BELLO

maggio 4, 2016

DI Ornella Del Guasto

Con Maria Elena Boschi, per me, ieri si è svolto il più intrigante tra la bella serie di incontri della Fondazione Bellisario dedicati a personalità della politica, delle istituzioni, della cultura e dell’economia. Ad ascoltarla nell’immancabile Residence Ripetta è intervenuta una massiccia rappresentanza di donne e imprenditrici che a fatica, chi più chi meno, sono riuscite a farsi strada nella società italiana, tanto che la direzione dell’albergo è stata costretta a spostare il dibattito dalla prevista sala piccola al salone Bernini. Introdotta da Lella Golfo, la ministra delle Riforme Costituzionali ha dimostrato una disponibilità informale e affettuosa (ci ha voluto conoscere ad una ad una), senza sottrarsi alle domande e ai commenti che le abbiamo rivolto. Sicura, lucida e pacata ha spiegato le riforme costituzionali che il governo sta cercando di realizzare per portare l’Italia in linea con i più avanzati partner dell’UE perché l’Occidente sta e deve cambiare pelle sotto la spinta della globalizzazione, dell’immigrazione di massa, della crisi mondiale, del cambiamento climatico…Ha replicato alle critiche ricordando come nessuna riforma è perfetta perché spesso alcune iniziative per poter essere realizzate sono il risultato di mediazioni con gli oppositori, aggiungendo che: “tutto comunque è perfettibile in corso d’opera, e ci impegneremo a trovare in ogni caso la soluzione migliore”. La Boschi ha ammesso che le donne italiane sono ancora sottorappresentate nelle istituzioni ma che comunque il Governo ha avviato un’inversione di tendenza verso il riequilibrio che inevitabilmente un giorno si verificherà e che per quanto la riguarda cercherà di fare il possibile per facilitare non solo la pari opportunità di genere nel mondo del lavoro (dove ha riconosciuto l’importanza delle quote rosa) ma che studierà ogni iniziativa per consentire alle italiane di poter conciliare il lavoro con l’impegno della famiglia. In proposito ha rammentato come anche la cultura sociale stia cambiando :“ad esempio il congedo parentale, previsto per i padri, è servito non solo a facilitare ma anche ad aumentare il lavoro delle donne”. Insomma sia pure tra tanti ostacoli il processo è avviato anche se con amarezza, ha detto Boschi, molti rappresentanti italiani nelle istituzioni comunitarie, per ragioni ideologiche, invece di aiutare l’Italia sono impegnati a remarle contro.
Pochi giorni prima, nel presentare il suo libro sulle donne italiane, Bruno Vespa aveva detto di considerare la Boschi come la personalità più “tosta” della compagine governativa e anche a noi è sembrato che questa giovane donna intelligente, radiosa, affabile e al passo con il suo tempo, abbia tutte le potenzialità per il successo.


LA CORRUZIONE NON E’ FEMMINA

marzo 11, 2016

La lettera mandata a L’Espresso in risposta a questo articolo ESPRESSO

Gentile Direttore,
Le scrivo per esprimerLe tutto il mio stupore, la mia preoccupazione dopo aver letto l’articolo “Mazzette in quota rosa” a firma di Gianfrancesco Turano e mi affido a Lei perché le mie riflessioni possano trovare spazio sul Suo giornale.
Caro Direttore, conosco le logiche giornalistiche e so bene quanto un titolo urlato abbia lo scopo di catturare l’attenzione del lettore, ma in questo caso si è andati oltre. E frasi come “la mazzetta è sport per signore e signorine”, “La women’s liberation all’italiana conquista la parità dei sessi in quel virtuosismo nazionale che è la corruzione”, “nell’economia tangentara la manager avanza con passo sicuro” offendono me e tutte le donne perbene, e Le assicuro che sono tante.
Immagino Lei conosca la mia battaglia per quelle che, ostinatamente ma evidentemente vanamente, ho sempre definito le “quote di genere”. Immagino conosca anche gli splendidi risultati della Legge Golfo-Mosca, l’ingresso di centinaia di donne nei board delle società quotate, nonchè quell’effetto di “democratizzazione” e quell’iniezione di meritocrazia che so essere molto care al Suo giornale. Pertanto sono sicura che Lei capirà la mia contrarietà nel leggere su uno dei periodici più autorevoli del nostro Paese una tale strumentalizzazione di quella che ha rappresentato una delle battaglie più importanti della storia femminile italiana.
Conto sul Suo buonsenso e sono certa sarà d’accordo con me che la generalizzazione operata dall’articolo è oltremodo ingiusta e ingiustificata. Quattro, e dico quattro, casi di donne “corrotte” sono bastati a concludere che anche nella corruzione abbiamo raggiunto la parità di genere! E perché allora non citare tutti i recenti scandali – da Mafia Capitale al Mose a Expo – in cui le donne, seppur presenti, sono risultate immuni da qualsiasi imputazione? Perché non citare il caso di Gabriella Acerbi, che nelle intercettazioni di Mafia Capitale veniva definita “poco disponibile”. Ricorda cosa si dicevano nelle telefonate? “Basta che se ne va questa, non te riceve, non te parla…”. E vorrei anche ricordarLe la fermezza con cui l’Assessore Rita Cutini l’ha difesa, lasciandola al suo posto: due esempi di donne che hanno tenuto alto il valore delle istituzioni e della legalità. Così come ha fatto un sindaco come Elisabetta Tripodi, in una realtà difficile come Rosarno. Parliamo pure della corruzione femminile ma allo stesso tempo dei tantissimi magistrati donne che contro la corruzione hanno ingaggiato una battaglia senza sconti o delle tante donne meridionali che contro il pizzo e le tangenti hanno avuto – spesso sole – il coraggio della denuncia.
Non è un semplice sfogo, Caro Direttore. Il tema mi è così caro che lo scorso maggio abbiamo promosso al Senato, in collaborazione con LUISS e Italia Camp, un convegno dal titolo “La corruzione non è femmina”. A confermare la nostra “provocazione” sono state voci autorevoli come Raffaele Cantone, Raffaele Squitieri, Paola Severino, Valeria Fedeli, Paola Balducci, Simonetta Matone, Paola De Micheli, Cinzia Bonfrisco, Riccardo Nencini, Lucia Aielli e tantissime altre personalità. Ed è stata anche la ricerca presentata da Alessandra Ghisleri secondo cui il 64.9% degli intervistati pensa che l’ascesa delle donne al potere potrebbe migliorare lo stato generale della corruzione mentre il 48% degli uomini, dovendo scegliere a chi affidare la gestione dei fondi pubblici, a parità di competenze, sceglierebbe una donna.
Significa che siamo migliori o più pure degli uomini? Non lo credo ma è innegabile l’esistenza di peculiarità femminili che ci rendono meno inclini alla corruzione. Per questo, credo che una maggiore presenza di donne nei ruoli decisionali aiuterebbe a far prevalere comportamenti più etici, in moltissimi contesti. Il tempo ci darà una risposta. Intanto vale la pena provarci, anche utilizzando strumenti come le quote.

Lella Golfo, Presidente Fondazione Marisa Bellisario

E qui la riposta pubblicata su L’espresso di oggi LETTERA ESPRESSO 11-3


L’ESSENZA DELLA FONDAZIONE MARISA BELLISARIO

febbraio 29, 2016

di Valeria Gangemi e Valeria Ferrero
Ci è capitato molte volte di incontrare persone incuriosite dalla attività della nostra Fondazione e ci siamo spesso trovate a rispondere a una domanda: “quali sono i valori e le attività promosse?”. Pensiamo che la storia che segue sia una concreta risposta a questa domanda.
La responsabile della raccolta fondi del Bambin Gesu, la Mela d’Oro Cyntia Russo ha lanciato l’ennesimo progetto vincente incentrato sulla Responsabilità Sociale denominato Vite Coraggiose. La nostra amica, anche questa volta, ha saputo cogliere con lucida sensibilità tema caro a tutte noi e più volte ribadito dalla Presidente Lella Golfo.
Il coraggio delle donne e di tutti quelle che senza preconcetti e in assoluta libertà scelgono di andar oltre le dinamiche di potere, di dominio, di conquista fine a se stessa, di possesso, di sopraffazione. Lotte ataviche convenzionalmente accettate e subite dai più. Ci vuole coraggio a reagire, a tenere la testa alta. Ci vuole coraggio, quotidiano e di lungo respiro, per proseguire un percorso di crescita personale e professionale senza piegarsi, pagandone i dovuti prezzi. È il coraggio, la determinazione, la forza di un’idea o di un progetto che diventano una realtà che viene sinceramente condivisa senza essere un trend o una moda di passaggio.
Il coraggio della normalità, della diversità, il coraggio di lottare per un diritto diventano il dover proteggere e tutelare i più deboli.
La Fondazione premia donne conosciute, donne affermate, donne che si sono affacciate alla vita professionale, donne che hanno avuto e tuttora hanno il coraggio di inventare e di sognare un mondo nuovo, più sostenibile e innovativo . CI vogliono consapevolezza e senso di responsabilità per inventarsi una via di uscita e per trovare una opportunità di affermazione di un modello alternativo.
Le persone si capiscono al semaforo per come si comportano davanti a un giallo. Ci si ferma scommettendo sul rosso o si accelera intuendo il verde. E con la Fondazione abbiamo tutte scelto di accelerare.


LELLA GOLFO: NON TOCCATE LA LEGGE SULLE QUOTE DI GENERE NEI CDA

febbraio 17, 2016

di Monica D’Ascenzo
Era il giugno 2011 quando Lella Golfo, allora parlamentere nelle fila del Pdl, salutò l’approvazione della legge sull’introduzione delle quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate e delle controllate pubbliche. La legge 120/2011, di cui era prima firmataria, portò con un balzo l’Italia ad essere fra i paesi più virtuosi in Europa sul tema della parità di genere ai vertici delle società. La nuova norma, che a distanza di oltre tre anni dall’entrata in vigore, non sembra poi essere così scontata, però. L’arco temporale previsto è di tre rinnovi di board, ma un emendamento circolato nei giorni scorsi voleva sostituire il termine con la fine dell’anno in corso. “Da quello che abbiamo letto il tentativo c’è stato, ma oggi sono molto tranquilla avendo avuto rassicurazioni dalla ministra Maria Elena Boschi e dal ministro Angelino Alfano che non c’è alcuna volontà del Governo di toccare la legge, anche perché le aziende si stanno adeguando e il cambiamento sta cominciando a dare anche risultati economici. Questa legge è perfetta, durerà ancora almeno fino al 2021, non ha bisogno di alcuna modifica e sta dimostrando di funzionare, lasciamola lavorare in pace!” tuona Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario e ideatrice del Premio Bellisario.

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QUOTE ROSA: GOLFO, LEGGE VALIDA, INUTILI INTERVENTI GOVERNO

febbraio 9, 2016

(ANSA) – ROMA, 9 FEB – “La discussione in atto sulla mia Legge è assolutamente fuori luogo e inutile. La legge è valida per tre mandati, senza alcun dubbio interpretativo”. Sono le dichiarazioni di Lella Golfo, prima firmataria della norma che ha introdotto le quote di genere nei CdA delle società quotate e controllate. “La legge 120 – ricorda – e’ entrata in vigore nell’agosto 2012 per le società quotate e nel Febbraio 2013 per le controllate e sarà valida per tre mandati consecutivi. Qualche giorno fa, invece, si è assistito a un tentativo del Governo di eliminarla con un subemendamento nel decreto Milleproroghe, poi ritirato, e mentre ancora infuria la polemica, si ventilano nuovi tentativi da parte dell’esecutivo per ‘ritoccare’ la legge”. “E’ inaudito. Il tentativo maldestro del Governo – continua Lella Golfo – ha rischiato di decretare la fine al 31 dicembre 2016 di una legge per la cui approvazione mi sono battuta aspramente per tre anni. E’ stato un atto di gravità assoluta di cui continua a sfuggirmi il senso. La legge è chiara: tre mandati consecutivi significa tre rinnovi di assemblea per un totale di 9 anni (quindi scadenza tra il 2021 e il 2025, a seconda del primo rinnovo). E’ una legge ‘a tempo’, come allora fu voluto per non incorrere in vizi di incostituzionalità, ma che sta dimostrando di funzionare. Le donne nei CdA sono passate dal 5,6% al 28% e sono certa che non ci sarà bisogno di un’altra Legge Golfo perché’ le aziende hanno compreso che la presenza delle donne ai vertici fa bene ai profitti. Per questo mi auguro che si ponga fine subito a questi tentativi fondati sul nulla, che rischiano di mandare in fumo non solo anni di duro lavoro in Parlamento e nel Paese, ma quel rinnovamento della classe dirigente italiana che la legge sulle quote sta realizzando”, conclude.(ANSA).


QUOTE ROSA, ITALIA AVANTI PIANO

febbraio 5, 2016

Parità tra i sessi, ecco perchè l’Europa rimane un modello lontano
AVVENIRE 05.02.2016



II EDIZIONE DEL PREMIO “AZIENDA WOMEN FRIENDLY”

gennaio 22, 2016

La Fondazione Marisa Bellisario è consapevole che ancora oggi, nel mercato del lavoro, sussistono condizioni di difficoltà/discriminazione nei confronti delle lavoratrici. I loro percorsi di carriera sono in genere più lenti e accidentati, le differenze retributive sono ancora rilevanti, spesso le competenze femminili non ottengono la stessa valorizzazione e/o riconoscimento di quelle maschili; permangono ancora l’assenza di politiche familiari adeguate a livello pubblico e una conciliazione di vita e di lavoro mai risolta.
Per questo, già l’anno scorso la Fondazione ha deciso di premiare le Imprese virtuose che hanno investito su queste tematiche, assegnando loro il Premio “AZIENDA WOMEN FRIENDLY”: un riconoscimento ma anche un incentivo.
In ragione del successo riscosso e del grande numero di candidature pervenute, per la seconda edizione la Commissione del Premio ha istituito tre categorie distinte: la piccola, la grande e la media impresa.
Sui Bandi i requisiti e le modalità per candidarsi.
La Commissione, presieduta dal Professore Antonio Catricalà e dalla Presidente della Fondazione Bellisario Lella Golfo, esaminerà le candidature pervenute e proclamerà la Grande Impresa Women Friendly 2016.
La cerimonia di Premiazione si terrà a Roma il 17 Giugno e sarà un programma televisivo che andrà in onda su Rai 2.
BANDO XXVIII EDIZIONE PREMIO BELLISARIO – PICCOLE IMPRESE
BANDO XXVIII EDIZIONE PREMIO BELLISARIO – GRANDI IMPRESE
BANDO XXVIII EDIZIONE PREMIO BELLISARIO – MEDIE IMPRESE