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Il progresso è faticoso persino in Norvegia

giugno 14, 2013 ESTERI

Dopo 10 anni  Ansgar Gabrielsen sta ancora impegnandosi. Nel 2003 come ministra del Commercio e dell’Industria fece approvare  la legge che prevedeva per il 2006 il 40% di presenza femminile nei Cda delle grandi compagnie pena la cancellazione  dall’Oslo Stock Exchange . “Ebbene- dice – nonostante i notevoli successi, stuoli di avvocati  stanno ancora girando intorno alla piena applicazione della legge”. Eppure la Norvegia, e in generale i paesi scandinavi, sono modelli per quanto riguarda la promozione e la valorizzazione della donna , sia nel mondo del lavoro come per l’eccellente welfare sociale. La Norvegia è al top nelle liste internazionali  per parità di genere e i benefit alle famiglie . Per questo ,scrive Herald Tribune ,giorni fa, si sono riunite a colazione per discutere con la Gabrielsen alcune  donne potenti, chiamate “gonne d’oro “ perché siedono nei board delle compagnie più importanti del mondo. Quelle entrate in politica all’inizio degli anni ’80 hanno ammesso che da allora fino ad oggi ci sono stati senza alcun dubbio  cambiamenti clamorosi nell’atteggiamento verso le donne ma che , dicono “c’è ancora un lungo cammino da fare perché quando si va nei convegni internazionali, quelli che sul piano decisionale contano, le donne si contano sulle dita” . Eppure,  sotto la pressione della commissaria europea alla Giustizia Viviane Reding , volente o no, faticosamente i paesi europei  stanno adottando le quote rosa . La Reding cita spesso uno studio McKinsey Co. secondo cui le compagnie che hanno al vertice più eguaglianza di genere conseguono  maggiori successi economici e gestionali. “Non necessariamente è così – dissente  Mari Teigen direttore dell’Institute for Social Research norvegese- al massimo dopo 10 anni di esperienza, più donne nei board producono un “leggero” effetto positivo sull’economia nazionale”. Ma la Gabrielsen non è d’accordo: “quando nel 2002 cominciai a lottare per le quote, il 94% dei consigli di amministrazione era composto da uomini. Oggi, nel sostegno alla donna la Norvegia ha reputazione internazionale d’avanguardia, ma ammetto che le resistenze ci sono ancora  perché, nonostante il buon lavoro, è più chiara la consapevolezza che non possiamo tornare indietro di quanto lo sia il come andare avanti”.

Ornella Del Guasto

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